I nostri colori sono stati portati dai mitici Mimma Caligaris e Alberto Dolfin, cui si è aggiunto Luca Rolandi nell’ultima frazione della tappa conclusiva da Serravalle Scrivia- Castellania.
Ecco il bel racconto di Salvioli uno dei partecipanti
Da Caserta a Castellania percorso di 5 tappe pedalate intervallate da trasferimenti e incontri in occasione dei 100 anni dalla nascita di Fausto Coppi.
Ad ogni tappa abbiamo indossato una maglia con la riproduzione dei colori e dei loghi delle squadre per cui Coppi ha corso: Legnano, Nulli, Carpano, Tricofilina e Bianchi nel giorno del 100 compleanno arrivando a Castellania.
Tappa 1 Caserta – Formia, Tappa 2 Formia – Roma, trasferimento a Firenze e poi Prato e quindi Tappa 3 Pistoia – Abetone – Limestre, Tappa 4 Limestre – Sarzana, Tappa 5 Sarzana – Sestri Levante con trasferimento a Serravalle Scrivia e da qui di nuovo in sella e arrivo a Castellania.
Ispirato a un periodo poco noto del grande campione ovvero quando rientrò in Italia durante la guerra proprio a Caserta ed al ritorno alle competizioni ciclistiche.
Dopo aver vinto il Giro d’Italia nel 1940 ed aver stabilito il Record dell’ora nel 1942, nel ’43 il suo battaglione viene trasferito in Tunisia ed inviato in prima linea a fronteggiare gli inglesi. Miracolosamente senza essere ferito o peggio ancora ucciso, viene fatto prigioniero dagli inglesi e alla fine del ’44 è rimpatriato come prigioniero cooperante a Napoli e quindi nel campo della Royal Air Force di Caserta. Qui svolge mansioni di attendente di un ufficiale inglese e ha modo e possibilità di integrarsi con la popolazione locale, tanto che può riprendere a pedalare su una bici Legnano donata da un ex corridore.
Nel ’45 Coppi si tessera per la Società Sportiva Lazio e grazie all’imprenditore ed ex corridore Edmondo Nulli ha una bicicletta fatta su misura e vestendo i colori della Nulli può finalmente ricominciare a gareggiare.
Così l’Airone tornò a volare e poi compiere quelle imprese che lo porteranno verso la leggenda.
Penso sia secondario se Coppi ha effettivamente compiuto il viaggio da Caserta pedalando fino a casa a Castellania e quando, certamente a Caserta era tornato debilitato dopo aver rischiato la vita in Africa e appena ha avuto la possibilità è tornato a casa attraversando un paese che ha subito lo sconvolgimento e la devastazione della guerra!
Durante tutte queste tappe abbiamo sentito come sia ancora vivo il ricordo di Coppi, anche in chi non l’ha vissuto in prima persona.
La terza tappa è stata dedicata alla scalata dell’Abetone che nel ’40 aprì la strada alla prima vittoria al Giro d’Italia di Coppi. Prima di partire da Pistoia, passaggio da Ponte a Ema con sosta al museo dedicato a Gino Bartali e qui, arrivati un’ora prima dell’apertura ufficiale, ahimè non abbiamo fatto in tempo ad entrare scontrandoci con la rigidità dapprima degli addetti (che comunque erano già presenti) e poi dei responsabili (contattati telefonicamente). Gino avrebbe esclamato “l’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare!”
Complimenti a LaMitica e a tutto lo staff per l’organizzazione e il supporto, un grazie a tutti i compagni di pedalata.