Il nostro ricordo di Franco Costa

E’ scomparso domenica a Torino uno dei volti più noti del giornalismo sportivo Torinese: Franco Costa. Aveva settantasette anni ed era da qualche anno ammalato. Era diventato un’icona nel periodo in cui, lavorando alla RAI, oltre a partecipare a 90° minuto, si era specializzato nelle interviste del dopo partita, negli spogliatoi e all’uscita dalla Tribuna V.i.p., dove improvvisava duetti estremamente simpatici con Gianni Agnelli. La sua immagine con un cappello a falde larghe in testa ed impermeabile (secondo stagione) era diventata un’icona.

Per la sua spregiudicatezza sempre elegante, l’Avvocato lo aveva preso in simpatia fin dai tempi in cui lavorava alla Stampa e a Stampa Sera ed aveva preso a chiamarlo al telefono, la mattina presto per chiedergli delle ultime notizie. Nel corso di una di quelle telefonate gli disse: “Ho deciso di licenziare l’allenatore Carniglia”. E Costa fece uno dei migliori scoop della sua lunga carriera, sparandolo sul giornale prima che lo sapesse persino il d.g. bianconero Giordanetti (e ne fosse informato lo stesso Carniglia, ovviamente).

Franco Costa aveva iniziato scrivendo su Tuttosport diventando grande amico di Vladimiro Caminiti. Era diventato poi corrispondente del Corriere dello Sport ed aveva collaborato con La Gazzetta dello Sport ed il Corriere della Sera prima di essere assunto da La Stampa, in forza alla redazione sportiva di Stampa Sera.

Per il quotidiano torinese aveva seguito per lunghi anni sia la Juventus che il Torino.  La sua simpatia, la capacità di sdrammatizzare anche le situazioni più imbarazzanti e la sua naturale disponibilità lo avevano reso amico di quasi tutti i colleghi.

Dimessosi improvvisamente da Stampa Sera per divergenze con la Direzione, era infine entrato alla Rai dov’è rimasto per quasi trent’anni acquisendo una straordinaria popolarità e non solo per i siparietti con l’Avvocato.

Ha scritto alcuni libri sulla Juventus come: Juve ti amo, 100 anni da Signora, e “Signora & Signori, L’Avvocato e la Juve e Appunti segreti di viaggio dal 1968 a Platini.

Uscito dalla Rai, aveva continuato per qualche anno a lavorare nell’emittenza privata prima di uscire di scena in punta di piedi.

 

 

 

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